Guido Grappiolo

Non nascondo la mia difficoltà nell’affrontare i media, ho una personale reticenza ad espormi oltre che il timore di essere frainteso; tuttavia un sito per il gruppo era necessario, e ve l’ho presentato!
Scorrendo il sito incontrerete le frasi che le persone “reali” del gruppo hanno scritto per presentarsi, sono parole che emozionano, un invito ad incontrarle!

Guido Grappiolo ha già un immagine sul web, ovviamente è solo un riflesso di quello che sono, filtrato dal mezzo mediatico secondo necessità ed intenzioni che spesso non mi appartengono; è però un modo per conoscermi, alternativo al passa parola. Ho quindi deciso di accettare il gioco/giogo di internet e “scientemente” aggiungo qualcosa di me in attesa di incontrarvi.

Chi sono?
“Un chirurgo protesico ad alti volumi, oltre 10.000 protesi impiantate con percentuali di successo aderenti ai migliori standard internazionali”, rassicurante, forse sufficiente per scegliermi, ma vorrei andare un po’ oltre al C.V.

Potrei tentare di definirmi attraverso il processo del “diventare se stessi” come descrive nella sua autobiografia Yalom cui faccio il verso con il mio morfing e che sintetizza le “trasformazioni” del divenire. Non mi sento un predestinato, se ci voltiamo indietro ed uniamo i puntini in molti possiamo avere questa piacevole (o spiacevole) impressione, ma non è vero. Come esseri umani abbiamo una naturale propensione a cercare senso e significato, una ricerca così frustrante da essere insostenibile senza “opportuni” vuoti di memoria ed adeguate ricostruzioni ad hoc: dimenticare per reinventare un destino, roba da alchimisti scrittori!

Il mio destino mi ha seguito, è venuto, si è realizzato, come per tutti, con un inesorabile scivolare attraverso innumerevoli sliding doors, fortuna e sfortuna mi hanno portato fino qui! E’ nel susseguirsi degli eventi che, più o meno consapevolmente, sono diventato me stesso: ad esempio appassionandomi all’alpinismo, …e poi è arrivata la chirurgia.

L’arrampicarsi espone ad un rischio, ci obbliga all’assunzione di una responsabilità personale, ed educa al qui ed ora produce attenzione verso quello che facciamo. Dovrebbe essere cosi sempre, anche quando laviamo i piatti, ma sentire il rischio e provare paura fisica è una grande facilitazione al raggiungimento della presenza mentale!
La chirurgia è anch’essa assunzione di responsabilità, ma coinvolge ed espone anche un terzo al rischio, quindi dobbiamo essere “patentati” per farla, le scuole di specialità ci certificano, ma essendo una pratica artigiana è la “bottega” che ci forma.

Come è noto vengo dalla “bottega” Spotorno, il diventare me stesso ha comportato il seguire un maestro per arrivare alla mia forma di chirurgia, quella che pratico e che cerco di passare. Essa è basata sulla compassione, deve essere praticata “con” passione, dobbiamo metterci cuore e lasciarci coinvolgere empaticamente (tu sei me), paradossalmente “obiettivare” l’indicazione ad un intervento ipotizzando di subirlo noi per primi fa la differenza. La paura non ci deve mettere in fuga, ma deve essere un punto di appoggio, quando operiamo attiva tutti i nostri sensi!

Mi sono applicato con questo intento su tutti gli interventi che ho fatto senza lasciare che diventassero routine.
L’ordinario impiantare protesi ha un rischio basso, che però esiste; da qui l’impegno per abbassarlo ancora e parallelamente aumentare la qualità e la durata degli impianti, il che significa studiarli e prendersi cura del Follow up attraverso la ricerca clinica che è compresa nel DNA della nostra scuola, ma nulla si può fare senza la comprensione ed il contributo dei Pazienti.

Dovrei ancora descrivere lo straordinario dell’impiantare protesi… lo faremo, ma devo concludere, e lo faccio condividendo il dono di una mia sensibile paziente, un libriccino che molto mi lusinga: L’uomo che piantava alberi di Jean Giono.

L’ho letto e vi invito a farlo per me continua ad essere motivante e da un senso al mio “coltivare”

Specializzazione:

Medicina dello sport
Ortopedia e traumatologia

Dove opero

Ortho Center Humanitas: Unità operativa ORT1
Chirurgia protesica e conservativa dell’anca e del ginocchio

Ruolo in Ospedale

Responsabile di Unità Operativa Chirurgia Anca e Ginocchio

Aree mediche

Attività ambulatoriale in Ortopedia
Attività chirurgica in Quisisana (Roma)
Attività chirurgica in Montallegro (Genova)
Chirurgia protesica e conservativa di anca e ginocchio
Chirurgia del Reumatismo Articolare
Biomeccanica ortopedica e Fisiopatologia dello sport

Aree di ricerca di interesse

Dal 1991, inizia l’attività di ricercatore indirizzata prevalentemente alla chirurgia protesica dell’anca, con collaborazioni internazionali con autori di fama quali: Prof. T. Gruen, Prof. D. Blaha (U.S.A.), Prof. H. Wagner (Germania), Prof. E. Morscher (Svizzera).

Per favorire la ricerca in Ortopedia, pone le basi scientifiche e organizzative per la costituzione della “Fondazione Livio Sciutto – ONLUS”, organismo di cui assume la direzione scientifica, creando e mantenendo contatti con altri istituti di ricerca nazionali ed internazionali.

La sua attività di ricerca lo ha portato a contattare le maggiori scuole internazionali con le quali collabora per la ricerca di nuove strategie migliorative nell’ambito della protesica mininvasiva, della chirurgia computer-assistita e della chirurgia conservativa, attraverso lo sviluppo di nuovi modelli protesici e l’esplorazione di nuovi materiali.

Ulteriori informazioni di interesse

Ad oggi, ha presenziato ad oltre 250 Meeting sia nazionali che internazionali quasi sempre come relatore o chairman. Il suo nome appare come autore, in più di 60 tra pubblicazioni e articoli. Ha al momento al suo attivo più di 10.000 interventi di Chirurgia Protesica (anca, ginocchio e caviglia) come 1° operatore.

Pubblicazioni personali su PubMed